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Il test di IT-Alert: come ha funzionato?

Il 28 giugno u.s., alle ore 12:00, in tutta la Toscana e aree limitrofe, come preannunciato, è stato sperimentato il sistema di allarme pubblico nazionale IT-ALERT. In cosa è consistito il test? E com’è andata?

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È presto detto: tutti i possessori di cellulari e smartphone, presenti sul territorio regionale toscano alle ore 12:00 del 28 giugno, hanno ricevuto in quel momento esatto un messaggio di prova – un SMS – sul proprio dispositivo.

Il messaggio è arrivato con un avviso acustico dal suono dedicato e inconfondibile, recando un testo in cui è stato scritto chiaramente che trattavasi di un TEST. Infine, si poteva accedere a un questionario e con le proprie risposte contribuire a una miglior messa a punto del sistema.

Tuttavia, anche al netto di malfunzionamenti vari del tutto normali per un test sistemico del genere, molti tra i riceventi il messaggio hanno mostrato – probabilmente per disinformazione – di non aver compreso affatto le finalità di un’iniziativa che si annuncia invece di estrema utilità sociale: IT-Alert è infatti un servizio pubblico che, inviando messaggi sui dispositivi presenti nell’area interessata da una grave emergenza o da un evento catastrofico imminente o in corso, favorisce l’informazione tempestiva alle persone potenzialmente più coinvolte, con l’obiettivo di minimizzare l’esposizione individuale e collettiva al pericolo!

Certi commenti assai diffusi sui social l’han detta lunga: c’è chi si è spaventato temendo fosse tutto autentico (complice la coincidenza di una scossa tellurica verificatasi davvero un quarto d’ora dopo il test, ma che non era associabile al test stesso in quanto i terremoti non sono prevedibili!), chi ne è rimasto completamente disorientato sul da farsi, chi se n’è sdegnato credendolo un qualsiasi altro messaggio di pubblicità invasiva, chi ha sospettato la necessità di scaricare una qualche App a pagamento, per arrivare agli immancabili irritati dalla presunta violazione della privacy ecc.

Anche in conseguenza di tutto ciò, sono stati in tanti a non rispondere al questionario. Insomma un certo tasso di confusione si è registrato in giro ma soprattutto è apparso sintomatico del perdurare di una certa incultura della sicurezza ancora vigente tra la popolazione e, secondo alcuni, anche del basso livello d’approccio alla moderna tecnologia.

Vediamo pertanto di contribuire con queste note a un minimo di approfondimento in tema, nella speranza che scongiuri almeno quell’atteggiamento prevenuto che offusca il giudizio e non permette di fruire appieno della tecnologia oggi applicabile e dei suoi innumerevoli vantaggi.

La prima e forse più importante cosa da capire è che i messaggi IT-alert viaggiano attraverso “cell-broadcast”, che è una modalità di comunicazione unidirezionale e generalizzata, per brevi messaggi di testo, già prevista nelle attuali reti di telefonia cellulare. Dunque ogni dispositivo mobile connesso alle celle delle reti degli operatori di telefonia mobile, se acceso, può ricevere un messaggio “IT-alert”. Grazie alla tecnologia cell-broadcast i messaggi IT-alert possono essere inviati all’interno di un gruppo di celle telefoniche geograficamente vicine e perciò capaci di circoscrivere un’area il più possibile corrispondente a quella interessata dall’emergenza.

Il cell-broadcast funziona anche in casi di campo limitato o in momenti di saturazione della banda telefonica. I dispositivi non ricevono i messaggi IT-alert solo se sono spenti o se privi di campo e potrebbero non suonare se con suoneria posizionata su “muto”.

Nessuna App va scaricata per ricevere i messaggi IT-alert, ma in alcuni casi potrebbe essere opportuna una verifica preventiva della configurazione del dispositivo, come nell’eventualità sia stato fatto il ripristino di un back up o se si sta utilizzando una versione non aggiornata del sistema operativo.

I test proseguono intanto regione per regione: oggi 5 luglio in Sicilia; domani 6 luglio in Calabria; il 10 luglio in EmiliaRomagna. Entro la fine del 2023 è previsto il raggiungimento di tutte le regioni restanti e delle province autonome di Trento e di Bolzano.

Per saperne di più guarda il video su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=a1y2_MRUDLg o vai sul sitohttps://www.it-alert.it/it/

 

 

 

Ultima revisione 5/7/2023

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